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Autore:
Giovanni Gargiolli

Anno:
1904 /1908

Collocazione:
Fondo Archivio Gabinetto Fotografico Nazionale

Tagliacozzo – Veduta delle Cascatelle con donne che lavano i panni

Gli archivi fotografici di Giovanni Gargiolli continuano a farci viaggiare nel tempo regalandoci scorci della Marsica davvero sbalorditivi. In questa fotografia di inizio secolo (1904-1908) sono ben visibili le cascatelle di Tagliacozzo, con una fila di donne intente a fare il bucato. Splendidi gli abiti, i dettagli delle ceste, le lenzuola ad asciugare sulle siepi e le pietre dove ci si chinava per battere e strofinare i panni.

L’iniziale attività professionale portò​​ Gargiolli in Abruzzo​​ dove​​ operò​​ nella costruzione di tronchi ferroviari, per poi essere attirato​​ nel 1873 a Roma,​​ dove i lavori per adattare la città al nuovo ruolo di capitale d’Italia la rendeva​​no un immenso cantiere, ottenendo un incarico di indubbio prestigio, ossia la ristrutturazione del palazzo Wedekind, l’antico palazzo delle Poste Pontificie in piazza Colonna. La sopraggiunta grande crisi edilizia che colpì Roma attorno agli anni 1887-1888​​ spinse​​ Gargiolli​​ a​​ trasformare in professione quello che era stato fino ad allora il passatempo preferito: la fotografia.

Fondò dapprima a Napoli, nel marzo 1888, l’Associazione degli amatori di fotografia​​ (la prima del genere in Italia), per dar poi vita l’anno successivo alla sezione romana della società, divenendone per vari anni segretario.​​ Per le notevoli​​ conoscenze tecniche​​ e la riconosciuta bellezza delle sue immagini, Gargiolli venne chiamato,​​ sempre​​ nel 1891, alla Calcografia Nazionale, a dirigerne il laboratorio di fotoincisione, attrezzato per la riproduzione dei monumenti e delle opere d’arte con​​ la​​ moderna fotografia,​​ sicuramente più celere ed economica della vecchia incisione.

Dopo soli tre anni il laboratorio ​​fu​​ soppresso per un contrasto con l’allora direttore dell’istituto, e per utilizzare​​ l’importante​​ materiale​​ ricavato da​​ Gargiolli,​​ gli venne dato​​ l’incarico di eseguire fotografie in servizio dell’Ufficio Tecnico pei monumenti.​​ Così, in un laboratorio sito in via in Miranda, in un vecchio convento a ridosso della basilica dei SS. Cosma e Damiano, nasceva il futuro Gabinetto Fotografico Nazionale.

Rispetto alle grandi case fotografiche dell’epoca (Alinari, Brogi, Anderson), «il nuovo ufficio poteva lavorare con assoluto disinteresse. (…) L’altro vantaggio era quello di essere dentro l’amministrazione stessa delle belle arti, cioè dentro il lavoro di inventario e catalogazione che era allora agli inizi».

Il Gabinetto Fotografico Nazionale aveva inoltre anche funzioni commerciali, vale a dire «la vendita del materiale fotografico di propria edizione: Gargiolli compì in quegli anni un notevole sforzo per inserire il GFN nel ristretto novero delle grandi case produttrici di immagini artistiche».

Tale sforzo fu coronato da un grande successo: una recente indagine compiuta su un campione di oltre 235.000 foto pubblicate sulle maggiori opere editoriali del Novecento colloca il Gabinetto Fotografico Nazionale al quinto posto tra i maggiori fornitori di illustrazioni di libri d’arte, architettura, archeologia, geografia.

Le fotografie del Gabinetto Fotografico Nazionale, secondo l’impostazione data da Gargiolli, suo fondatore e primo direttore, non venivano mai ritoccate a differenza di quelle della concorrenza, rendendole particolarmente adatte all’opera di catalogazione delle opere d’arte.

Giovanni Gargiolli fu un vero pioniere della fotografia in Italia, il Gabinetto Fotografico Nazionale da lui fondato svolse le funzioni di Ente Fotografico dello Stato italiano dalla sua costituzione fino al 1975.