Abruzzo: Femminile Plurale
(Noi Donne, n.4 1978)

Non esiste la donna abruzzese “tipo”, né una condizione tipica. Qui è tutto un impasto di vecchio e nuovo, di tradizione e aspirazione al cambiamento, di realtà contraddittorie. (…) La condizione della donna abruzzese si misura anche dalla sua presenza “reale” nei partiti: le elette, nella regione, sono davvero poche, fiori all’occhiello che certo non fanno primavera. Eppure, le donne hanno costituito e costituiscono la vera risorsa dell’Abruzzo. Il loro lavoro e il loro sfruttamento sono stati le basi della sua (fragile) ricchezza industriale; la loro presenza ha rappresentato il punto di tenuta di un mondo in disgregazione, segnato dall’emigrazione maschile; le loro lotte in fabbrica sono il patrimonio di una classe operaia giovane e, fino ad allora, senza storia.

L’Abruzzo è la prima regione a inaugurare, nel 1978, una serie speciale di inserti della rivista Noi Donne con alcuni interessanti reportage che approfondiscono il ruolo delle donne nelle comunità, nel mondo del lavoro e nella famiglia. Le fotografie sono di Paola Agosti, tra le più importanti fotografe italiane, testimone delle grandi mobilitazioni femministe e autrice di indimenticabili ritratti di politici, intellettuali e artisti del Novecento.  

Tra le storie raccontate, quella di Antonietta D’Alessio, all’epoca sindaca di Montorio al Vomano, e le sue perplessità sulla creazione di un consultorio:

“Credi che si possa affrontare, in paese, un dibattito sul controllo delle nascite senza provocare la fine del mondo?”

C’è poi il caso delle lavoratrici della Paganese di Montepagano, frazione di Roseto degli Abruzzi, che di fronte alla crisi dell’industria dell’abbigliamento hanno dato vita a una cooperativa, riuscendo così a continuare a lavorare e ripagare i debiti accumulati.

Un altro tema affrontato è quello delle differenze dialettali tra uomini e donne nei paesi montani, influenzate dai lunghi periodi di assenza dei pastori transumanti. Mentre gli uomini, viaggiando, assorbivano suoni e accenti delle regioni attraversate, le donne, rimaste nei paesi, conservavano una lingua più radicata e meno soggetta a contaminazioni esterne.

Non mancano poi le ricette tradizionali e una breve guida alle località turistiche più interessanti da esplorare.

Questo numero speciale della rivista permette di rileggere la storia dell’Abruzzo e di cinquant’anni di cambiamenti, per capire come siano evolute le vite delle donne nella regione e quali sistemi di potere continuino ancora oggi a condizionare le loro libertà.

Il numero è disponibile integralmente sul sito dell’Archivio Storico di Noi Donne.

 

Le prime edizioni di Noi Donne risalgono al 1937 a Parigi, sotto la direzione di Marina Sereni. La rivista nasce come espressione dell’associazione legata all’Unione Popolare, che raccoglieva le donne antifasciste emigrate in Francia.

Nel 1944, nel pieno della Resistenza e della lotta contro il nazifascismo, Noi Donne riprende le pubblicazioni in Italia con edizioni regionali prodotte e diffuse clandestinamente, spesso in condizioni di altissimo rischio personale. 

A partire dal luglio 1944, la rivista esce dalla clandestinità e viene pubblicata con cadenza mensile. Negli anni successivi diventerà prima quindicinale e poi settimanale, sotto la lunga direzione di Giuliana Dal Pozzo e Miriam Mafai. Tornerà ad essere mensile nel 1981, mantenendo tale cadenza fino al dicembre 2016 quando, sospese le edizioni in versione cartacea, si potenziano le varie declinazioni diffuse attraverso la rete virtuale: dal sito al settimanale on line fino ai social. 

L’importante lavoro di digitalizzazione dell’Archivio Storico di Noi Donne permette di fruire di una risorsa preziosissima per conoscere la storia contemporanea e le lotte delle donne nell’ultimo secolo.