Arnold Escher von der Linth: un geologo svizzero alla scoperta dell’Abruzzo
Arnold Escher von der Linth nacque l’8 giugno 1807, figlio minore di Hans Konrad Escher von der Linth e Regula von Orelli. Suo padre – consigliere di Stato, geologo, pittore e ingegnere – fu per lui un modello ineguagliabile per tutta la vita: fin da piccolo lo accompagnò in escursioni e viaggi di ricerca sulle Alpi, imparando ad osservare la natura e a tenere diari. Negli anni 1825-1827 Arnold Escher studiò scienze naturali con specializzazione in geologia all’Accademia di Ginevra. Fu allora che decise di diventare un geologo. In realtà era destinato a una carriera commerciale, poiché un giorno avrebbe dovuto rilevare la fabbrica di seta della famiglia. Ma Escher non si sentiva adatto per essere un uomo d’affari. Continuò invece i suoi studi per due anni a Berlino e nel 1829 tornò in Svizzera dopo aver attraversato la Germania, l’Austria e l’Italia settentrionale.
Arnold Escher von der Linth (08.06.1807 – 12.07.1872)
Nel 1830 Escher torna nuovamente in Italia per un lungo viaggio di ricerca, arrivando a visitare anche l’Abruzzo verso la fine di luglio di quello stesso anno. Grazie al libro di Oswald Heer intitolato “Arnold Escher von der Linth: Lebensbild eines Naturforschers” abbiamo una testimonianza di quella visita: a dorso di mulo il giovane Escher (ha da poco compiuto 23 anni) parte da Assergi per un’escursione che in cinque ore lo porterà ad ammirare sorpreso il colosso “der Koloss” del Gran Sasso. Trascorrerà una piacevole notte in una capanna di pastori, conquistato dalla natura e dai paesaggi che lo circondano.
Il Gran Sasso presso Vado di Corno – 02.08.1830 – © ETH-Bibliothek Zürich
Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 4.0 International (CC BY-NC-SA 4.0)
Veduta di Cefalonia (Pizzo Cefalone) e del Gran Sasso da Vado della Portella via Assergi – 02.08.1830 – © ETH-Bibliothek Zürich
Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 4.0 International (CC BY-NC-SA 4.0)
Veduta dal castello de L’Aquila in Abruzzo in direzione Nord Ovest – © ETH-Bibliothek Zürich
Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 4.0 International (CC BY-NC-SA 4.0)
Pochi giorni dopo arriverà sulle sponde del Lago del Fucino, dove realizzerà un magnifico panorama dall’alto (molto probabilmente dal Monte Salviano) su un foglio lungo quasi 40 centimetri. Nelle didascalie si leggono perfettamente i nomi dei luoghi attorno al Lago: M.te Velino, Antrusane (Antrosano), Albe, S. Pollino (San Pelino), Paterno, Ovindoli, la zona di Rocca di Mezzo.
Veduta dall’alto tra Avezzano e Capistrello sul Lago del Fucino – 11.08.1830 – © ETH-Bibliothek Zürich
Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 4.0 International (CC BY-NC-SA 4.0)
Pochi anni dopo questa esperienza in Italia, Escher iniziò a lavorare come docente privato di mineralogia e geologia presso l’Università di Zurigo e parallelamente divenne capo della raccolta mineralogico-geologica. Gli fu ripetutamente offerta una cattedra, rifiutata ostinatamente perché non si sentiva qualificato per essere un professore. Fu solo nel 1852 che cedette alle pressioni del Consiglio dell’Istruzione e accettò la cattedra.
Le attività di insegnamento di Arnold Escher non si limitavano alle lezioni accademiche. Il suo impatto come insegnante era quasi maggiore nell’interazione personale con i suoi studenti, ad esempio quando lavorava nella raccolta geologica o nelle sue numerose escursioni. Escher dava lezioni solo nel semestre invernale; sfruttava i mesi estivi per la ricerca geologica in montagna. Non voleva accettare alcun salario per la sua posizione di insegnante. Poiché ciò non era possibile per motivi legali, investì quasi tutto il suo stipendio per le escursioni, finanziando con discrezione la partecipazione di studenti talentuosi ma finanziariamente meno abbienti. Con un’eredità di 10.000 franchi, ha fatto in modo che gli studenti bisognosi potessero prendere parte alle escursioni geologiche anche dopo la sua morte.
Sebbene Arnold Escher sia uno degli “antenati” della geologia alpina svizzera, il numero delle sue pubblicazioni è esiguo – anche questo è un aspetto della sua natura umile e dubbiosa. La maggior parte delle sue ricerche si trovano negli appunti e nei diari, illustrati con numerosi schizzi e disegni a colori. Escher ha sempre messo generosamente a disposizione i suoi appunti scritti a mano per i suoi studenti e amici, in modo che i suoi risultati scientifici vivessero nelle loro pubblicazioni.
Fonti:
Arnold Escher von der Linth: Lebensbild eines Naturforschers
ETH Zurich