Formatosi come acquerellista di paesaggi, Attilio Stefanori ebbe un’intensissima attività espositiva, in particolare con le associazioni romane degli Amatori e Cultori (1892, Palude della campagna romana; 1895, Ninfeo), degli Acquarellisti (1903, Impressione di San Felice Circeo; 1907, Sulla porta di casa) e di “In Arte Libertas” (1902).
Grazie a un articolo redatto durante la Mostra delle Belle Arti tenutasi a Roma nel 1898 apprendiamo che Stefanori fu maestro di pittura del giovane Giovanni Torlonia: Entriamo nella sala E. I primi acquarelli sono d’ Attilio Stefanori e di Giovanni Torlonia, di cui l’uno è scolaro dell’altro. Il rapporto tra il pittore e la famiglia Torlonia è documentato anche nel Dizionario degli artisti curato da Cristina Bonagura, in cui è riportato che Stefanori realizzò degli affreschi in alcune sale del distrutto Palazzo Torlonia a Roma.
Non stupisce dunque che tra i soggetti dei suoi quadri vi siano panorami di Avezzano e del Fucino. In questo dipinto possiamo osservare il Monte Velino, ai suoi piedi è raffigurata una piccola fattoria con persone e animali.