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Hilde Lotz-Bauer: una fotografa alla scoperta dell’Abruzzo

 Hilde Lotz-Bauer: a photographer discovering Abruzzo 

– Qui nel ‘57 Giacomelli ha scattato la celebre fotografia esposta al MoMA, – ha detto il professore soffermandosi su uno scorcio.
– Il bambino di Scanno, – mi sono ricordata.
– Sì. Il bambino che cammina con le mani in tasca e lo sguardo adulto, unico soggetto a fuoco tra le donne vestite di nero, – e Morelli si è rivolto a me di tre quarti. – In queste vie hanno lavorato anche Cartier-Bresson, Berengo Gardin.
Mostrava le meraviglie del borgo, come se indicasse la lavagna durante una lezione.
– Ma prima di loro, – ha aggiunto sfiorandomi un braccio, – è venuta una donna, Hilde Lotz-Bauer, già negli anni Trenta.

“Here in 1957 Giacomelli took the famous photograph exhibited at MoMA”, said the professor, focusing on a fleeting image.
The boy from Scanno,” I recalled.
“Yes. The child walking with his hands in his pockets and an adult gaze, the only
subject in focus among the women dressed in black,” and Morelli half-turned to look at me.“Cartier-Bresson, Berengo Gardin also worked in these streets.”
He presented the wonders of the village, as though pointing to the blackboard during a lesson.
“But before them,” he added, touching my arm, “a woman came, Hilde Lotz-Bauer,
already in the thirties.” 

In Borgo Sud, l’ultimo romanzo della scrittrice abruzzese Donatella Di Pietrantonio (vincitrice del Premio Campiello nel 2017 con L’Arminuta), compare, in un breve passaggio, il nome di Hilde Lotz-Bauer. L’omaggio che ci consegna l’autrice diventa la premessa per raccontare la straordinaria vita di una donna e del suo grande amore per la nostra terra.

Borgo Sud, the latest novel by the Abruzzo writer Donatella Di Pietrantonio (awarded the Campiello Prize in 2017 for L’Arminuta), is an opportunity to recount the extraordinary story of a woman and her great love for our land. 

Hilde Bauer nasce a Monaco di Baviera il 31 marzo del 1907. Dopo aver studiato storia dell’arte si laurea con lode con una tesi su «La scultura dei fratelli Martin e Michael Zürn a Monaco» per poi iniziare un corso di specializzazione nella Scuola Statale Bavarese di Fotografia. La sua passione per l’arte non può che spingerla a conoscere da vicino l’Italia. Hilde è tra le ultime studentesse a ottenere una borsa di studio per un soggiorno nel nostro paese senza l’obbligo di iscriversi al partito nazista, come poi sarebbe accaduto a partire dal 1934.

Hilde Bauer was born in Munich on March 31, 1907. After studying art history she
graduated magna cum laude with a thesis on “The sculpture of the brothers Martin and Michael Zürn in Munich” and then began a vocational course at the Bavarian State School for Photography. Her passion for art drove her to experience Italy at first hand. Hilde was among the last students to obtain a scholarship for a stay in our country without the obligation to join the Nazi party, as would have happened after 1934.

Ed è insieme alla sua amica e collega Helga Fietz che a metà degli anni ’30 arriva a Scanno, iniziando a documentare la vita nel piccolo paese incastonato tra le montagne e il lago. Ma se il paesaggio è la cornice spettacolare del suo viaggio, sono le persone che lo abitano a renderlo davvero unico, soprattutto le donne. 

And it is with her friend and colleague Helga Fietz that in the mid-30s she arrived in Scanno, starting to document life in the small town nestled between the mountains and the lake. But if the landscape is the spectacular setting for this journey, it is the people who live there that make it truly unique, especially the women.

“Hilde Lotz-Bauer,” scrive Italo Zannier nel 2007, “era giunta a Scanno prima di tutti e il suo rigoroso reportage oggi riemerge dagli archivi di questa fotografa, nota soprattutto come studiosa d’arte, presente a lungo in Italia, dal 1935 al 1943”.    
Scanno diventa in pochi anni un “sito emblematico” della fotografia, una tappa obbligata per appassionati e professionisti di tutto il mondo. Sempre Italo Zannier: “Mi piacerebbe scoprire che Henri Cartier-Bresson, prima di andare a Scanno in Abruzzo, nel 1954, aveva visto le fotografie scattate da Hilde Lotz-Bauer nel 1936, alla ricerca di un vergine luogo d’Arcadia, lungamente tra i più intonati della vecchia Italia pastorale.

“Hilde Lotz-Bauer,” writes Italo Zannier in 2007, “had arrived in Scanno before
everyone else and her rigorous reportage today re-emerges from the archives of this photographer, known above all as an art scholar, who lived in Italy between 1935 and 1943”. Within a few years of Lotz-Bauer’s visit Scanno was to become a symbolic location for photographers, a must for enthusiasts and professionals from all over the world. Italo Zannier continues: “I would like to discover that Henri Cartier-Bresson, before going to Scanno in Abruzzo, in 1954, had seen the photographs taken by Hilde Lotz-Bauer in 1936, in a quest for the virgin Arcadia, long known as one the most iconic symbols of an ancient pastoral Italy.”

Nelle fotografie di Hilde Lotz-Bauer emerge con purezza il carattere dei soggetti, e questo grazie alla sua presenza discreta e a uno sguardo ricco delle suggestioni ispirate dall’arte italiana. Come ha scritto la ricercatrice Tamara Hufschmidt, curatrice della prima mostra in Italia dedicata alle foto di Scanno: “La lente di Hilde è sia di critica sociale che di storica dell’arte. Ha saputo far diventare le donne di Scanno regine, sculture classiche viventi, che mantengono la loro individualità, ma allo stesso tempo diventano icone.” I suoi passi seguono quelli di altre donne che prima di lei hanno stabilito una connessione unica con il paese: Estella Canziani e Anne MacDonnell, che a proposito di Scanno scrisse, con precisione poetica, “Life speaks loud here.” (Qui la vita parla ad alta voce)

The character of Hilde Lotz-Bauer’s subjects emerges in a pure, unalloyed fashion, thanks to her discreet presence and her gaze, inspired and informed by her knowledge of Italian art. As researcher Tamara Hufschmidt, who curated the first exhibition in Italy dedicated to Lotz-Bauer’s Scanno’s photos, wrote: “Hilde’s lens is that of social critic and art historian. She was able to present Scanno’s women as queens, living classical sculptures, who retain their individuality, but at the same time become icons.” She followed in the footsteps of women, who before her, established a unique connection with Italy: Estella Canziani and Anne MacDonnell, who, speaking of Scanno, wrote with poetic precision, “Life speaks loud here.”

L’archivio fotografico di Hilde Lotz-Bauer è molto ampio e ricco di sorprese. Tra le sue fotografie ce ne sono alcune in cui si riconosce inequivocabilmente il profilo maestoso del Monte Velino. Le scene sono quelle di un mercato dalle parti di Magliano dei Marsi (AQ). In un’altra fotografia la didascalia segnala il passaggio nei Piani Palentini, teatro della famosa Battaglia di Tagliacozzo del 1268. Da queste informazioni possiamo dedurre che il viaggio in Abruzzo sia iniziato da Roma con una tappa nella Marsica prima di raggiungere altre località, tra cui Scanno. Nella Marsica Hilde ha potuto avvicinarsi alla realtà contadina che poi avrebbe ritrovato nei romanzi di Ignazio Silone.

Hilde Lotz-Bauer’s photographic archive is very large and full of surprises. They include a number of shots showing the majestic profile of Monte Velino and a big marketplace near Magliano dei Marsi (AQ). In another image, the caption indicates the area in the Palentini Plains, scene of the famous Battle of Tagliacozzo in 1268. From this we can deduce that Hilde’s journey to Abruzzo began in Rome, with a stop in Marsica, before reaching other locations, including Scanno. In Marsica, Hilde came in contact with the peasant reality that she would later discover in the novels of Ignazio Silone.

Corinna Lotz, una delle figlie di Hilde, ha suggerito che la scoperta di Fontamara possa essere avvenuta proprio in quegli anni. Il romanzo, infatti, venne inizialmente pubblicato da un editore svizzero in lingua tedesca, ottenendo presto un grande successo molti anni prima della versione ufficiale italiana, pubblicata solo dopo la conclusione della Seconda Guerra Mondiale. Sulla bandella gialla della prima edizione si legge “Il primo grande romanzo scritto in un paese fascista. 5000 copie vendute in 6 mesi, già tradotto in undici lingue.” Corinna immagina Hilde immersa nella lettura delle vicende dei cafoni durante i suoi viaggi in treno, tra Roma, Firenze e Monaco.

Corinna Lotz has suggested that her mother’s discovery of Fontamara may have occurred precisely in those years. In fact the novel was first published in German translation in 1933, soon becoming a best seller. The official Italian version only appeared in 1945, at the end of the Second World War. The yellow cover flap of the first edition reads: “The first great novel written in a fascist country. 5000 copies sold in 6 months, already translated into eleven languages.”  Corinna imagines Hilde, immersed in Silone’s stories about the peasant poor (i cafoni) as she travelled by train between Rome, Florence and Munich. 

La fotografia diventa per Hilde Lotz-Bauer lo strumento per documentare e catalogare moltissimi tesori del patrimonio artistico italiano. La sua tecnica e il suo sguardo saranno la cifra stilistica che la porteranno a ottenere il giusto riconoscimento da parte degli altri colleghi fotografi. Dopo aver vissuto e lavorato a Firenze tra il 1939 e il 1943, la guerra costringe Hilde a lasciare la città per rifugiarsi in un villaggio sperduto sulle Alpi austriache. Solo più tardi riuscirà a ricongiungersi a Monaco con suo marito Wolfgang Lotz; lì trascorreranno il periodo più duro dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Alcuni anni dopo, nel 1953, i due coniugi si trasferiranno negli Stati Uniti per insegnare storia dell’arte al Vassar College. Nel 1962, quando Wolfgang Lotz viene nominato direttore della Biblioteca Hertziana a Roma, entrambi faranno ritorno nella loro amata Italia. Nel 1985, quattro anni dopo la morte del marito, Hilde ritorna a Monaco, dove muore nel 1999. Le sue ceneri insieme a quelle di Wolfgang sono custodite nel cimitero acattolico di Roma.

For Hilde Lotz-Bauer photography became a tool to document and catalogue the countless treasures of the Italian artistic heritage. Her technique and her gaze became the stylistic forms that brought her recognition by her peers. After living and working in Florence between 1939 and 1943, due to the circumstances of the war Hilde had to relocate to a remote village in the Austrian alps. Eventually she was reunited with her husband Wolfgang Lotz in Munich, where they spent the harsh post-war years. Some years later, in 1953, the couple moved to the United States, where Wolfgang taught art history at Vassar College. In 1962, when he was appointed director of the Hertziana Library in Rome, they returned to their beloved Italy. In 1985, four years after her husband’s death, Hilde returned to Munich where she died in 1999. Her ashes together with those of Wolfgang are interred in the non-Catholic cemetery in Rome.

Negli ultimi anni il lavoro di Hilde ha potuto godere di una crescente attenzione grazie al contributo della sua famiglia e di tanti amici che hanno saputo raccoglierne il prezioso lascito, in moda da renderlo fruibile a un pubblico sempre più vasto.

In recent years, Hilde’s work has enjoyed increasing recognition, thanks to the commitment of her family and friends who have begun to present her precious legacy, so that a wider public can appreciate her contribution.

“Questa è la mia terra. Questa è la mia casa.”

Nel 1984, in un appunto scritto a mano, Hilde Lotz-Bauer risponde liricamente all’invocazione poetica di Goethe: “Conosci il paese dove fioriscono i limoni?”.
Sì, lo conosce bene. Quel paese è il suo, e lo resterà per sempre.

“This is my land. This is my home.”

In 1984, in a handwritten note, Hilde Lotz-Bauer responded lyrically to Goethe’s poetic invocation: “Do you know the country where lemons blossom?”
Yes, she knows it well. That country is her, and it will remain so forever.

 Alessio De Stefano 

 

Un ringraziamento affettuoso a Corinna Lotz, Robbie Griffiths e Irene Lotz per la disponibilità e le preziose informazioni su Hilde Lotz-Bauer.

Warm thanks to Corinna Lotz, Robbie Griffiths and Irene Lotz for their availability and valuable information on Hilde Lotz-Bauer.

http://hildelotzbauer.net/