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Il viaggio nella Marsica di Ignazio Silone

“Viaggio nella Marsica” è il nome scelto da Romolo Liberale per presentare questa cronaca di Ignazio Silone all’interno della raccolta “Questamarsica”. Il racconto faceva parte di un testo, “La Terra e la Gente”, pubblicato nel volume “Abruzzo” della casa editrice Electa nel 1963.

Nella cronaca di Silone troviamo un racconto di Natale ambientato attorno alla piana del Fucino. È un reportage puntuale su un territorio che si affaccia alla modernità (siamo agli inizi degli anni ’60) e che contemporaneamente conserva ancora le tracce di un retaggio culturale antico. Silone è un osservatore attento: il suo sguardo riesce a sezionare minuziosamente il passaggio del tempo e il cambiamento delle abitudini dei suoi compaesani; allo stesso tempo fa riemergere i ricordi più suggestivi della sua infanzia.

La prima scena è ambientata nella sala d’aspetto della stazione di Avezzano: le notizie del giorno sono motivo di discussione tra i pendolari in attesa, e nei loro scambi si colgono perfettamente i primi, fondamentali mutamenti del tessuto sociale delle famiglie abruzzesi. Non esistono più le provviste per l’inverno, il pane non si fa più in casa, si vendono i prodotti della terra per poi ricomperarli dopo, e così via.
“Sono le rivoluzioni serie”, scrive Silone. Cambiano i tempi e cambia il modo di trascorrere le festività. Gli sport invernali fanno muovere visitatori da più parti d’Italia, trasformando piccoli borghi in affollate mete turistiche. Eppure la fotografia del “nuovo” Natale, quello delle luci e dei regali, non convince del tutto lo scrittore.

Certo, la modernità, il progresso, gli sviluppi della tecnologia hanno portato grandi miglioramenti e un nuovo benessere nelle famiglie marsicane. Ma qualcosa rimane sommerso dal rumore di questa festa fatta di alberi e stelle comete accese sui presepi. Nessuna retorica dei bei tempi andati, sia chiaro: d’altronde è proprio lui a ripetere che non si può rimpiangere il camino, né la lucerna a olio o il calesse. Quello che Silone vuole salvare va molto più in profondità ed è racchiuso nei ricordi della sua infanzia a Pescina. Le ultime pagine del racconto diventano così il sigillo della sua memoria e ci consegnano una lezione esemplare di empatia e umanità.

Oggi, nel nostro Natale 2020 “a porte chiuse”, le parole del viaggio nella Marsica fanno entrare uno spiraglio di luce per restituire il senso dell’incanto. E lo fanno in una cornice di piccoli paesi, di solitudini e nebbia, ai margini di un sogno dove risiede ancora la volontà di un riscatto mai veramente compiuto.

 

La lettura del testo è di Giuseppe Ippoliti, attore, doppiatore e musicista avezzanese, ed è stata registrata nel Laboratorio Artigiano “Ennio Gentile” dove è nato il progetto della Piccola biblioteca marsicana.

Questo video è dedicato alla memoria di Emilio Mosca, cofondatore del Laboratorio e amico raro, scomparso lo scorso novembre.
Il libro dove è custodita questa storia è stato donato proprio da lui.
Il suo entusiasmo è stato, e sarà, fonte di stimolo per far crescere sempre nuove idee nei tempi che verranno.

Buon Natale.